Buongiorno a tutti, vorrei soffermarmi a parlare di Grecia,
visto che a mio parere è l'unica variabile che potrebbe condizionare in modo
pesante i mercati europei e non solo.
Dopo le elezioni molti hanno accantonato l'ipotesi
dell'uscita della Grecia dalla Eurozona. Molti addirittura si sono autoconvinti
dell'impossibilità della sua ipotesi, altri addirittura lo considerano come una
eresia.
Ma analizziamo bene la situazione.
Il nuovo governo greco ha più volte rassicurato l'Europa del
fatto che non usciranno dalla zona euro...ma è vero altresì che stanno cercando
in tutti i modi possibili di poter uscire dalla loro crisi profonda.
La Grecia è uno dei più importanti esportatori dei suoi
prodotti agricoli, caseari verso la Russia...e non solo..
Per la Grecia, l'introduzione delle sanzioni contro la
Russia, a causa della crisi Ucraina, ha rappresentato la spada di damocle per
la loro economia.Recentemente, dopo gli incontri con il presidente russo Putin,
la Grecia ha impostato una linea di nuovi accordi commerciali e ha pianificato
un piano commerciale che permetterebbe di poter uscire dalla loro situazione di
crisi. Ma una domanda, come fa la Grecia a commercializzare con la Russia, se
permangono le sanzioni? Risposta quasi scontata, o sono previste revoche, o
sono previste azioni straordianarie che porterebbero a una diatriba europea non
indifferente...con delle conseguenze scontate. Per un paese economicamente in
ginocchio, il blocco degli export verso la Federazione russa rappresenta un
colpo durissimo: Atene, scriveva martedì Russia Today, «è stata colpita in modo
particolare dalle sanzioni, visto che il 40% delle sue esportazioni è (era) diretto
verso la Russia. Nel 2013, frutta e conserve per un valore superiore ai 178
milioni di euro sono stati esportati in Russia, stando all’associazione di
esportazione della frutta greca, la Incofruit-Hellas. Fino all’applicazione
delle sanzioni, la Russia era stata il principale partner commerciale della
Grecia».
Ma le dichiarazioni più importanti sono quelle che
riguardano l’apertura della Grecia circa una possibile partecipazione al
progetto di gasdotto Turkish Stream. La Grecia, ha dichiarato Tsipras, «è interessata
alla realizzazione di un prolungamento della pipeline che porti il gas russo in
Europa». Ogni Stato membro, ha sottolineato il premier ellenico, «ha diritto a
firmare accordi bilaterali in campo energetico». Questo progetto può assicurare
la «sicurezza energetica rispettando le regole sia della Grecia che dell’Unione
Europea». Un’ipotesi che, ha rilevato Putin, potrebbe fare di Atene «il
principale centro di distribuzione dell’energia in Europa» dopo la
cancellazione del progetto South Stream.
Reuters, che cita una fonte governativa greca, scrive che
Mosca potrebbe addirittura versare «presto» liquidità ad Atene a titolo di
anticipo dei futuri utili del progetto Turkish Stream. L’estensione all’Europa
del gasdotto tramite lo snodo greco, ha aggiunto la fonte, sarebbe però legata
a un abbassamento dei prezzi del gas. Gli eventuali fondi ricevuti da Mosca,
conclude la fonte, verrebbero poi restituiti una volta diventato operativo il
gasdotto.
La visita di Tsipras a Mosca arriva in un momento molto
delicato per le sorti di Atene. La mancata soluzione al problema del debito
ellenico pesa come un macigno sulle spalle dell’Europa e c’è chi teme uno
spostamento dell’asse greco verso est. Putin getta acqua sul fuoco: la Russia,
ha detto, «non intende risolvere i problemi delle sue relazioni con l’Unione
europea facendo leva su alcuni paesi che ne fanno parte». Relazioni oggi
pesantemente incrinate dalla crisi in Ucraina.
Ma Tsipras lo ha detto chiaro e tondo: «Non siamo d’accordo
con le sanzioni imposte contro la Russia». Queste misure, ha spiegato, «hanno
inflitto dolore all’economia della Grecia. Noi disapproviamo apertamente le
sanzioni. Non sono una soluzione efficiente. Crediamo che potrebbero generare
una nuova Guerra Fredda tra la Russia e l’Occidente». «La Grecia – ha aggiunto –
aspira a usare tutto il suo potere all’interno istituzioni europee per creare
ponti di cooperazione e dialogo con la Russia». E ancora: la Grecia «è un paese
sovrano con il diritto di perseguire una politica estera sfumata in linea con
il suo ruolo di paese europeo del Mediterraneo e dei Balcani».
La settimana scorsa, Atene ha ripagato il debito con l' FMI,
in anticipo di un giorno, ma questo non ha affatto aiutato il governo greco a
sbloccare nuovi aiuti monetari.
Ora, Il ministro delle Finanze greco è tornato a chiedere
una ristrutturazione. Non un taglio del valore nominale (il cosiddetto haircut),
ma uno scambio tra i bond in mano all’Eurotower (27 miliardi di euro, di cui 6,7
miliardi in scadenza quest’estate) e quelli del Fondo Salvastati, che
matureranno più in avanti.
Inoltre ha dichiarato:"la cosa spaventa Mario Draghi
perché esporrebbe il suo piano di stimoli monetari alle critiche della
Bundesbank tedesca" dice Varoufakis, che non ha lesinato critiche nemmeno
alla moneta unica: "Sarebbe bello avere la dracma. Intendiamoci, non sto
dicendo che la rivoglio. Solo, vorrei che non fossimo mai entrati nell’unione
monetaria", ha affermato Varoufakis.
"Credo che, nel profondo, tutti gli Stati membri dell’Eurozona
siano d’accordo. È stata costruita molto male. Ma, una volta che sei entrato,
non puoi uscire senza causare catastrofi", conclude.
Senza un accordo con l’Europa, però, la catastrofe del
default sulle prossime scadenze avverrà di sicuro. Nonostante i progressi, le
due parti sono ancora ai ferri corti su temi come le pensioni ed il lavoro.
Finora Atene ha rispettato le scadenze dando fondo ai propri
risparmi. Ma i rimborsi alla Bce si avvicinano e quest’ultima (nonostante il
giorno di festa) ha già risposto: “Nessuna rinegoziazione”.
A mio parere, questo tira e molla, la Germania che ostacola
ogni apertura, i colloqui...e queste ultime dichiarazioni, hanno un qualcosa di
sibillino!!!
La Grecia deve trovare una soluzione entro Luglio 2015, in
quanto non disporrà di tutti i soldi da restituire all'Europa...
Se non troverà una soluzione, andrà in default con tutti i
suoi rischi...ma se ne uscisse?
Uno potrebbe dire, fatto 30, facciamo 31, tanto più male di
così non si può....
I vantaggi? Sicuramente revoca Sanzioni, revoca di sanzioni
imposte dalla Russia...ritorno all'export, con conseguenza ripresa economica
ecc...ecc...ecc...
Le conseguenze per i mercati?
Il ritorno in area 1.20 del cambio Euro Dollaro, sicuramente
da dimenticare, anzi, si potrebbe verificare che l'Euro Dollaro arrivi sotto la
parità...anche in poche sedute.
L'impatto sui mercati avrebbe sicuramente una enorme
influenza...quasi da record.
I listini Europei, in primis, quelli dei paesi esposti
economicamente con loro, crollerebbero. Qui il FTSE/MIB40 andrebbe a dei minimi
assurdi....visti l'anno scorso....
Ma questa influenza inciderebbe pesantemente anche sui
listini americani, come il Dow Jones, S&P500.... Potremmo assistere a un
loro crollo, dal momento che il dollaro si rafforzerebbe a tal punto che
metterebbe a serio rischio l'export verso tutti i mercati del Sud America e
non, tutti i mercati che una volta erano feudo dell'Europa.
Questo come impatto iniziale...
Ma per i listini Europei e non, potrebbe essere un bel
toccasana per poter cancellare eventuali bolle già presenti, come dichiarato
dalla Yellen, settimana scorsa, sulla presenza di bolle sui mercati....
A quel punto riposizionarsi long, sarebbe la cosa migliore
che si possa fare.......
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