lunedì 18 maggio 2015

GRECIA E IPOTESI - ANALISI SU EVENTUALE SCENARIO



Buongiorno a tutti, vorrei soffermarmi a parlare di Grecia, visto che a mio parere è l'unica variabile che potrebbe condizionare in modo pesante i mercati europei e non solo.

Dopo le elezioni molti hanno accantonato l'ipotesi dell'uscita della Grecia dalla Eurozona. Molti addirittura si sono autoconvinti dell'impossibilità della sua ipotesi, altri addirittura lo considerano come una eresia.

Ma analizziamo bene la situazione.

Il nuovo governo greco ha più volte rassicurato l'Europa del fatto che non usciranno dalla zona euro...ma è vero altresì che stanno cercando in tutti i modi possibili di poter uscire dalla loro crisi profonda.

La Grecia è uno dei più importanti esportatori dei suoi prodotti agricoli, caseari verso la Russia...e non solo..

Per la Grecia, l'introduzione delle sanzioni contro la Russia, a causa della crisi Ucraina, ha rappresentato la spada di damocle per la loro economia.Recentemente, dopo gli incontri con il presidente russo Putin, la Grecia ha impostato una linea di nuovi accordi commerciali e ha pianificato un piano commerciale che permetterebbe di poter uscire dalla loro situazione di crisi. Ma una domanda, come fa la Grecia a commercializzare con la Russia, se permangono le sanzioni? Risposta quasi scontata, o sono previste revoche, o sono previste azioni straordianarie che porterebbero a una diatriba europea non indifferente...con delle conseguenze scontate. Per un paese economicamente in ginocchio, il blocco degli export verso la Federazione russa rappresenta un colpo durissimo: Atene, scriveva martedì Russia Today, «è stata colpita in modo particolare dalle sanzioni, visto che il 40% delle sue esportazioni è (era) diretto verso la Russia. Nel 2013, frutta e conserve per un valore superiore ai 178 milioni di euro sono stati esportati in Russia, stando all’associazione di esportazione della frutta greca, la Incofruit-Hellas. Fino all’applicazione delle sanzioni, la Russia era stata il principale partner commerciale della Grecia».

Ma le dichiarazioni più importanti sono quelle che riguardano l’apertura della Grecia circa una possibile partecipazione al progetto di gasdotto Turkish Stream. La Grecia, ha dichiarato Tsipras, «è interessata alla realizzazione di un prolungamento della pipeline che porti il gas russo in Europa». Ogni Stato membro, ha sottolineato il premier ellenico, «ha diritto a firmare accordi bilaterali in campo energetico». Questo progetto può assicurare la «sicurezza energetica rispettando le regole sia della Grecia che dell’Unione Europea». Un’ipotesi che, ha rilevato Putin, potrebbe fare di Atene «il principale centro di distribuzione dell’energia in Europa» dopo la cancellazione del progetto South Stream.

Reuters, che cita una fonte governativa greca, scrive che Mosca potrebbe addirittura versare «presto» liquidità ad Atene a titolo di anticipo dei futuri utili del progetto Turkish Stream. L’estensione all’Europa del gasdotto tramite lo snodo greco, ha aggiunto la fonte, sarebbe però legata a un abbassamento dei prezzi del gas. Gli eventuali fondi ricevuti da Mosca, conclude la fonte, verrebbero poi restituiti una volta diventato operativo il gasdotto.

La visita di Tsipras a Mosca arriva in un momento molto delicato per le sorti di Atene. La mancata soluzione al problema del debito ellenico pesa come un macigno sulle spalle dell’Europa e c’è chi teme uno spostamento dell’asse greco verso est. Putin getta acqua sul fuoco: la Russia, ha detto, «non intende risolvere i problemi delle sue relazioni con l’Unione europea facendo leva su alcuni paesi che ne fanno parte». Relazioni oggi pesantemente incrinate dalla crisi in Ucraina.

Ma Tsipras lo ha detto chiaro e tondo: «Non siamo d’accordo con le sanzioni imposte contro la Russia». Queste misure, ha spiegato, «hanno inflitto dolore all’economia della Grecia. Noi disapproviamo apertamente le sanzioni. Non sono una soluzione efficiente. Crediamo che potrebbero generare una nuova Guerra Fredda tra la Russia e l’Occidente». «La Grecia – ha aggiunto – aspira a usare tutto il suo potere all’interno istituzioni europee per creare ponti di cooperazione e dialogo con la Russia». E ancora: la Grecia «è un paese sovrano con il diritto di perseguire una politica estera sfumata in linea con il suo ruolo di paese europeo del Mediterraneo e dei Balcani».

La settimana scorsa, Atene ha ripagato il debito con l' FMI, in anticipo di un giorno, ma questo non ha affatto aiutato il governo greco a sbloccare nuovi aiuti monetari.

Ora, Il ministro delle Finanze greco è tornato a chiedere una ristrutturazione. Non un taglio del valore nominale (il cosiddetto haircut), ma uno scambio tra i bond in mano all’Eurotower (27 miliardi di euro, di cui 6,7 miliardi in scadenza quest’estate) e quelli del Fondo Salvastati, che matureranno più in avanti.

Inoltre ha dichiarato:"la cosa spaventa Mario Draghi perché esporrebbe il suo piano di stimoli monetari alle critiche della Bundesbank tedesca" dice Varoufakis, che non ha lesinato critiche nemmeno alla moneta unica: "Sarebbe bello avere la dracma. Intendiamoci, non sto dicendo che la rivoglio. Solo, vorrei che non fossimo mai entrati nell’unione monetaria", ha affermato Varoufakis.

"Credo che, nel profondo, tutti gli Stati membri dell’Eurozona siano d’accordo. È stata costruita molto male. Ma, una volta che sei entrato, non puoi uscire senza causare catastrofi", conclude.

Senza un accordo con l’Europa, però, la catastrofe del default sulle prossime scadenze avverrà di sicuro. Nonostante i progressi, le due parti sono ancora ai ferri corti su temi come le pensioni ed il lavoro.

Finora Atene ha rispettato le scadenze dando fondo ai propri risparmi. Ma i rimborsi alla Bce si avvicinano e quest’ultima (nonostante il giorno di festa) ha già risposto: “Nessuna rinegoziazione”.

A mio parere, questo tira e molla, la Germania che ostacola ogni apertura, i colloqui...e queste ultime dichiarazioni, hanno un qualcosa di sibillino!!!

La Grecia deve trovare una soluzione entro Luglio 2015, in quanto non disporrà di tutti i soldi da restituire all'Europa...

Se non troverà una soluzione, andrà in default con tutti i suoi rischi...ma se ne uscisse?

Uno potrebbe dire, fatto 30, facciamo 31, tanto più male di così non si può....

I vantaggi? Sicuramente revoca Sanzioni, revoca di sanzioni imposte dalla Russia...ritorno all'export, con conseguenza ripresa economica ecc...ecc...ecc...

Le conseguenze per i mercati?

Il ritorno in area 1.20 del cambio Euro Dollaro, sicuramente da dimenticare, anzi, si potrebbe verificare che l'Euro Dollaro arrivi sotto la parità...anche in poche sedute.

L'impatto sui mercati avrebbe sicuramente una enorme influenza...quasi da record.

I listini Europei, in primis, quelli dei paesi esposti economicamente con loro, crollerebbero. Qui il FTSE/MIB40 andrebbe a dei minimi assurdi....visti l'anno scorso....

Ma questa influenza inciderebbe pesantemente anche sui listini americani, come il Dow Jones, S&P500.... Potremmo assistere a un loro crollo, dal momento che il dollaro si rafforzerebbe a tal punto che metterebbe a serio rischio l'export verso tutti i mercati del Sud America e non, tutti i mercati che una volta erano feudo dell'Europa.

Questo come impatto iniziale...

Ma per i listini Europei e non, potrebbe essere un bel toccasana per poter cancellare eventuali bolle già presenti, come dichiarato dalla Yellen, settimana scorsa, sulla presenza di bolle sui mercati....

A quel punto riposizionarsi long, sarebbe la cosa migliore che si possa fare.......

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta il mio post